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Giro Seceda, altopiano Puez e Val Chedul

Dolomites

Val Gardena/Alpe di Siusi

Trentino-Alto Adige

Zona: gruppo Puez/Odle Lunghezza: 38km Dislivello:2260m (con doppia funivia fino stazione monte Seceda 1300m) Cartina: Tabacco n° 05 1:25000 (Val Gardena) Luogo di partenza e arrivo: Selva di Val Gardena (BZ)

Mountain Biking Severe

Distance
35 km
Ascent
2.2 km
Descent
2.2 km
Duration
4-5 hrs
Low Point
1.2 km
High Point
2.6 km
Gradient
33˚
Giro Seceda, altopiano Puez e Val Chedul Map

Giro Seceda, altopiano Puez e Val Chedul Zona: gruppo Puez/Odle Lunghezza: 38km Dislivello:2260m (con doppia funivia fino stazione monte Seceda 1300m) Cartina: Tabacco n° 05 1:25000 (Val Gardena) Luogo di partenza e arrivo: Selva di Val Gardena (BZ)

Description

Giro cicloalpinistico settembrino nel gruppo dolomitico delle Puez/Odle a cavallo fra la val Gardena e l’Alta Badia. Il luogo di partenza è il parcheggio a pagamento della Vallunga, ai piedi della valle omonima, poco fuori Selva di Gardena.

PER LE FOTO E LA RELAZIONE DI QUESTO GIRO SI RINGRAZIA MATTEO GALE GALEAZZI. Partecipanti: Matteo Galeazzi, Gilberto Pagnini, Fabio Allegrucci del Club MTB Sorci Verdi Pesaro

Siamo a cospetto di splendide cime dolomitiche che scendono a picco sulla valle, la Vallunga è infatti delimitata a Nord dalle vette del Monte Stevia, del Col dala Pieres, dal Piz Duleda, dalle vette Piz de Puez e dal Col de Puez mentre a sud, le due valli laterali di Lietres e Chedul sono separate (da nord a sud) dalle creste del Gruppo del Cir, Mont de Sëura e Col Turont. L'intera area fa parte del Parco Naturale Puez-Odle.

Circondati da tali bellezze, iniziamo la nostra cavalcata col sole e l’aria frizzantina di settembre che in pochi secondi ci fa dimenticare l’afa ed il caldo opprimente dell’estate nelle nostre pianure. Percorriamo a ritroso la valle in direzione ovest, la nostra prima destinazione è la stazione a valle della funivia Seceda a Ortisei. Per arrivarci corriamo lungo la splendida ciclabile che corre sull'antico tracciato della ferrovia della Val Gardena, con scorci unici sui gruppi dolomitici del Sella e del Sassolungo, attraversando i paesi ladini di Selva, Santa Cristina e Ortisei. In circa 10km e poco più di 20 minuti copriamo un dislivello negativo di circa 200m. Il centro abitato di Ortisei ci accoglie con la famosa galleria che ci porta direttamente alla biglietteria dell’impianto di risalita. L’arrivo pomeridiano in valle, ci obbliga all’utilizzo degli impianti di risalita consentendoci di coprire i 1300m di dsl che ci separano dal balcone del Seceda in circa 30 minuti. L’arrivo nella stazione a monte di Seceda è uno spettacolo mozzafiato. Davanti a noi le Odle (gli aghi tradotti dal ladino) svettano verticali ed imponenti verso nord mentre a sud il panorama svaria dal gruppo del Sassolungo a quello del Sella fino ad intravedere la regina delle dolomiti, la Marmolada. Estasiati dal panorama, si fatica a partire in bici per la voglia di fare foto e video ed immortalare tali bellezze. Insieme alle 3 cime di Lavaredo, questo è uno dei posti più inflazionati a livello turistico dai cacciatori di paesaggi e per questo è facile trovare tanta gente sui sentieri anche fuori stagione. A passo d’uomo prendiamo il sentiero n° 1 (bellissima anche l’alternativa del sentiero 6 con il single track che corre sul crinale) fino a forcella Pana per poi seguire il sentiero 2b che passa sotto le propaggini meridionali delle Odle (spettacolo). Tale sentiero corre veloce e flow fra le malghe dell’altopiano, in una discesa senza troppe difficoltà di sorta. Raggiungiamo dopo poco la suggestiva malga Pieralongia che prende il nome da una roccia pendente che caratterizza il panorama della zona (consigliato il pit-stop per rifornimento…grappe artigianali top!!!). Senza troppe difficoltà continuiamo la nostra emozionante cavalcata verso valle e più precisamente verso i 2000m del rifugio Firenze (https://www.rifugiofirenze.com/it/) grazie al sentiero 13b e 13. Siamo circondati da un ambiente unico patrimonio Unesco, dove le alte praterie dell’altopiano vengono delimitate dalla tipica flora alpina di queste quote: larici, pini cembri, mughete e abeti ma anche dai tanti ruscelli che scendono a valle armoniosi. In poco minuti di vera goduria con il sentiero che si fa sassoso ma sempre flow raggiungiamo il rifugio Firenze che ci permette di rifocillarsi e passare la notte. In questo periodo è facile trovare temperature basse e avere un adeguato vestiario è fondamentale. Durante la notte e la prima mattina infatti, la temperatura è stata sempre intorno allo zero e le brinate sono variabili di cui tenere conto. Il freddo però ci ha anche regalato una mattina fresca e di una lucentezza spaventosa. L’alba con la sua luce ha creato il tipico riflesso rosa sulle pareti meridionali delle Odle con una splendida Enrosadira che sicuramente rimarrà impressa nei nostri cuori. Dal rifugio riprendiamo il single track (sentiero n° 2) in direzione est che risale la valle verso forcella Sieles entrando nella zona parco naturale. La prima parte della risalita è abbastanza pedalabile poi arrivati nelle ghiaie della forcella (intorno a quota 2150m) siamo costretti a spingere/spallare la bici fino al passo. La giornata fredda e limpida ci consente di sostenere lo sforzo senza troppi patemi ma l’arrivo in forcella a quota 2500 è quasi una liberazione. Siamo soli! Fare il giro fuori stagione è fondamentale per non incontrare molti trekker ed in più ci consente di goderci questi panorami con un meteo ideale e la limpida luce del periodo. Riusciamo a distinguere anche le lontane vette delle Tofane nonché il re Antelao. Dopo una breve sosta ristoratrice riprendiamo le forze per affrontare il tratto più impegnativo del giro. Dobbiamo salire sull’altopiano che ci deve portare al Puez e gli ultimi 100m di dislivello si affrontano su sentiero attrezzato su dei gradoni con qualche tratto leggermente esposto. Fondamentale è avere il passo fermo, la mancanza di vertigine e riuscire a spostare il peso della bici sulle spalle per evitare che questa vada a scontrarsi con la roccia. La risalita è “adrenalinica” al punto giusto, i tratti attrezzati si riescono a fare con pazienza e un poco di attenzione e con l’arrivo sull’altopiano a quota 2600m circa possiamo iniziare a rilassarci. Possiamo finalmente salire in sella alla bici e goderci il giro programmato dalla prospettiva delle due ruote lungo l’aereo altopiano del Puez. Questo tratto, corre sotto le pendici del Piz Duleda e del monte Puez su sali e scendi fantastici in ambiente lunare. Zone moreniche, laghetti alpini, praterie e ghiaioni si alternano lungo il percorso in un mix suggestivo. Siamo nel cuore del parco ed i fischi delle marmotte e le corse dei camosci per le cenge dolomitiche ci accompagnano in questo meraviglioso viaggio. La voglia di fare foto e video è tanta ma nello stesso tempo anche quella di raidare e goderci il trail con meno soste possibili. Con un ultimo tratto in leggere discesa, raggiungiamo il rifugio Puez (https://www.rifugiopuez.it/it/) per la meritata pausa dolce e caffè a quota 2475m. Nonostante la bella giornata di sole, la temperatura fatica a salire (siamo sui 5°) e quindi riprendiamo presto il nostro giro in direzione Sud riprendendo il sentiero 2 in direzione forcella Ciampac. I sali e scendi continuano senza tregua, il sentiero rimane tecnico ma abbastanza pedalabile. Questo sentiero è molto gettonato fra i trekkers ed infatti il traffico aumenta specialmente raggiunta la forcella, crocevia di numerose escursioni per chi arriva dall’Alta Badia o dal passo Gardena. Con la dovuta calma e gentilezza però si riesce benissimo a convivere senza mettere in pericolo nessuno. Da forcella Ciampac, si continua a salire verso il passo Crespeina seguendo il segnavia CAI 2 in direzione ovest. La salita è a tratti dura ma solo l’ultima tratta ci costringe a spallare la bici. Arrivati al passo Crespeina poco sopra l’omonimo lago, abbiamo una panoramica bellissima sull’altopiano del Puez appena passato. Siamo a picco sulla Vallunga ed il nostro parcheggio è solo 1000m più sotto. Ora per la bucolica Val Chedul ci immettiamo nell’ultima discesa di giornata. Il trail presenta nel primo tratto di ghiaione qualche difficoltà per la presenza di scale, sassi smossi e gli immancabili pedoni ma poi giunti ai prati della valle rimane più docile e tranquilla. Riusciamo comunque a rimanere quasi sempre in sella ed estasiati dai panorami e dalle vette circostanti riusciamo a perdere velocemente quota fino a quasi 2100 dove un tratto trialistico e tecnico di circa 150m ci obbliga a portare la bici in spinta. La bici si riprende poco sotto fino ad incontrare il bosco con tratti su single track su smosso e piccoli gradoni. Gli ultimi 200m di dislivello tornano ad essere nuovamente tecnici e ripidi con delle scale di legno marce e bagnate che ci obbligano a traiettorie fuori linea e molte volte al piede a terra. La lunga discesa è nel complesso tecnica ma fattibile per un buon 80% con esperienza su questo tipo di terreno. La soddisfazione nel giungere sani al parcheggio della Vallunga è tanta e la stanchezza subito ricompensata dalla meritata birra del chiosco della Vallunga.

Note: Nonostante il dislivello non impossibile grazie all’utilizzo della funivia, il giro è molto duro e tecnico sia in salita sia in discesa. Occorre prestare attenzione ai pedoni ed è quasi obbligatorio affrontare il giro fuori stagione. In più la presenza del parco vieterebbe l’utilizzo delle bici. In presenza di persone a piedi si consiglia di portare la bici a spinta. Il percorso ha varie vie di fuga e può essere spezzettato su due giorni pernottando nei vari rifugi sparsi lungo il tragitto. https://www.suedtirolerland.it/it/cultura-e-territorio/natura-e-paesaggio/parchi-naturali-in-alto-adige/puez-odle/

Difficulty

Severe

Widely variable, narrow trail tread with steeper grades and unavoidable obstacles of 15in/38cm tall or less. Obstacles may include unavoidable bridges 24in/61cm wide or less, large rocks, gravel, difficult root sections, and more. Ideal for advanced-level riders.

High Exposure

3 out of 4

Some trail sections have exposed ledges or steep ascents/descents where falling could cause serious injury.

Remoteness

3 out of 4

Little chance of being seen or helped in case of an accident.

Best time to visit

in June, July and September

Features

  • Technical
  • Hike a bike
  • Singletrack
  • Roots
  • Rock Slabs
  • Rock Gardens

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