Anello del Pelmo [antiorario] - (Rifugio Staulanza, rifugio Venezia, Val d'Arcia)

Statistics

4 - 5

hrs

1,015

m

1,014

m

24

max°

Difficulty

FATMAP difficulty grade

Difficult

Description

Contrariamente a come vorrebbe il mainstream ho deciso di intraprendere il percorso in senso antiorario, in quanto dopo alcuni studi della morfologia del precorso ho capito che se avessi fatto il giro in senso orario, mi sarei sparato tutta la parte finale soffocando in mezzo ai mughi e beccandomi i 70D+ che dal rif.

Venezia salgono verso Col de le Crepe; alla partenza dallo Staulanza l'auto segnava 13⁰ alle 8:30 🥶 Tutta la prima parte del percorso fino al Venezia si sviluppa sul Cai472 su classica mulattiera che sale molto lentamente di dislivello permettendo così di acclimattarsi e cominciare a far girare il fiato. In 1h30 sono arrivato al Venezia, dopo 10' di pausa sono ripartito agganciando subito il Cai480 o Sentiero Flaibani, che sale dietro al rifugio da prima tra i mughi e dopo poco lasciando spazio ad estesi ghiaioni. In questa fase anche se non vi sono difficoltà tecniche, è necessario tenere passo fermo e districarsi un po' tra le diverse declinazioni del sentiero stesso che, forse dovuto a movimentazioni invernali, non è sempre ben battuto a terra e spesso serve tenere occhi aperti per non finire in mezzo alle ghiaie. Faticosamente si arriva prima a una forcella di cui ignoro il nome (non c'è neanche su Tabacco) e si continua salendo a sx, su traccia adesso abbastanza evidente, passando un paio di semplici tratti attrezzati, e ci ritrova anche qui con il sentiero che perde un po' di marcatura e diventata più labile, lasciando alla fantasia almeno un paio di canaloni impegnativi; da notare la grande pendenza del sentiero in questo frangente, penso sfiori il 60% Arrivo così dopo 3h30 circa a F.lla Val d'Arcia, da cui si gode un ottimo spettacolo panoramico su tutte le cime circostanti, in primis Antelao e Sorapis. La forcella rappresenta per me un punto chiave dell'escursione, in quanto si diramano appena sotto 2 diversi tipi di discesa: a sx si sta su classico sentiero di ghiaione che attraversa la Val d'Arcia mentre a dx si scende su un canalone detrittico. Ho optato per scendere a dx con l'idea di seguire il 480 (che è parte dell'Altavia1) e tralasciare gli infiniti ghiaioni della Val d'Arcia, scendendo su una traccia un po' più tecnica. In realtà anche qua non vi sono difficoltà alpinistiche ma è raccomandato ASSOLUTO passo fermo e buon senso dell'equilibrio poiché si scende MOLTO vertiginosamente su terreno davvero instabile, ci sono passaggi da tra lope di mughi e ghiaioni che vanno affrontati con la massima cautela e concentrazione, io stesso ho rischio almeno 2/3 grandi scivolate, che ho evitato solo con l'ausilio dei bastoncini e aiutandomi coi mughi tagliati. ⚠️ Attenzione al piccolo tratto attrezzato con scalette, di per sé non difficile ma molto umido e scivoloso. Passato il tratto più impegnativo in discesa (1 ora circa ) mi era balenata l'idea di raggiungere il rif.

Città di Fiume, ma considerando calore, dislivello e la poca acqua che avevo di scorta ho preferito scendere un attimo fuori traccia sulla parte finale del ghiaione, per poi riagganciare il 472 che scende da f.lla Foràta, che mi ha accompagnato in 40' al punto di partenza. È un giro molto conosciuto ed ambito, che probabilmente ogni escursionista di un certo livello dovrebbe avere nel curriculum, ma non per questo dev'essere sottovalutato, sia per sviluppo chilometrico e D+, sia per le difficoltà che il terreno ghiaioso e franoso impone spesso. Sconsiglio tra l'altro il percorso in questa stagione, secondo me molto più gestibile in autunno. Non vi sono tratti particolarmente esposti. Breathless le viste a 360⁰ Copertura telefonica buona 50%.