Si parcheggia al cimitero di Tallacano (purtroppo in parte crollato), da cui si può ammirare anche uno scorcio sul paesino di Tallacano più in alto, che sembra essere stato scavato nella roccia, ferito dal terremoto e ormai in stato di abbandono. Di fronte al cimitero parte un sentiero segnalato dalla bandierina del CAI, dopo poco si incontra un cancello che, superato, introduce in un castagneto privato (attenti a non perdersi tra i sentieri che portano a valle). Varcato un secondo cancello d'uscita dal territorio privato, si cammina su un'ampia strada brecciata tra alberi secolari e paesaggi fiabeschi nel periodo autunnale, tra massi di roccia di dimensioni impressionanti. Usciti dal castagneto in direzione Cocoscia, si apre una vista sui monti verso nord. Da qui si può scegliere se proseguire sulla strada più ampia allungando verso il paesino di Cocoscia, famoso prima del terremoto per essere molto pittoresco, o tagliare tramite un sentiero più stretto. Ci si ricongiunge a un'altra strada più ampia con vista su un bosco che è proprio il prossimo nostro punto di passaggio. Seguendo il tracciato del CAI (un po' diverso dai sentieri segnati su ViewRanger pre-terremoto), ci si inerpica nel bosco che si fa sempre più fitto e ripido. Passando attraverso una flora varia e maestosa, con un po' di fatica si giunge al panorama mozzafiato del Pizzo dell'Arco, che nonostante la sua scarsa altitudine offre una vista a quasi 360° sui monti della Laga e il lato sud dei Sibillini, con la valle di Acquasanta Terme fin sotto i piedi. Uno scorcio davvero insolito che nulla ha da invidiare ai paesaggi più nordici. Proseguendo a mezzacosta, a tratti su ampie lastre di arenaria (attenzione se avete bambini, ci sono tratti esposti!), con un paesaggio che si rivela sempre più stupefacente, si ritorna verso una strada carrabile più ampia, che con forte pendenza ci riporta verso il castagneto. Da qui, si ritorna al cimitero per la stessa strada dell'andata.